GLAUCOMA

31.05.2016 11:32

GLAUCOMA

09.11.2015 21:38

In cosa consiste

Il glaucoma è una patologia dell’occhio caratterizzata da un anormale aumento della pressione intraoculare. Tale situazione è in grado di danneggiare anche in modo irreversibile le fibre nervose retiniche, provocando una riduzione della visione, prima laterale e poi centrale. Il glaucoma rappresenta tutt’oggi una delle principali cause di cecità irreversibile al mondo ed è caratterizzata dalla perdità progressiva di cellule ganglionari retiniche (RGC) e dei loro assoni con ripercussioni anatomiche a carico di tutta la via ottica passando per il corpo genicolato laterale fino alla corteccia cerebrale occipitale. La conseguenza funzionale è rappresentata dalla progressiva comparsa, estensione e confluenza di aree scotomatose (di ridotta sensibilità luminosa) al campo visivo fino alla perdita completa della funzione visiva stessa.  

     

Aspetto della papilla ottica, nota anche come testa del nervo ottico, in soggetti sani (immagini sulla sinistra) ed in soggetti affetti da glaucoma (immagini sulla destra). L’aspetto della papilla ottica varia notevolmente tra gli individui sani per dimensioni, forma e profondità.

Quali sono le cause

La causa del glaucoma non è ancora conosciuta e la sua patogenesi è stata solo in parte caratterizzata. Tra i fattori di rischio fino ad oggi identificati per lo sviluppo e la progressione della malattia l’aumento della pressione intraoculare rappresenta sicuramente il più importante. Tra gli altri fattori di rischio identificati per l’insorgenza del glaucoma ricordiamola familiarità e l’età.  Il rischio individuale per un paziente con diagnosi di glaucoma di sviluppare o peggiorare il danno visivo nel corso della vita (incluso il rischio di cecità), dipende in larga misura dalla gravità del danno al momento della diagnosi (importanza della diagnosi precoce) e dall’età del paziente, ovvero dalla sua aspettativa di vita. In quest’ottica, pazienti giovani che presentano un danno glaucomatoso avanzato rappresentano la categoria a maggior rischio di perdere la vista a causa del glaucoma. Un altro elemento fondamentale da considerare nella stima del rischio visivo individuale è la rapidità con cui la malattia progredisce nel singolo. La velocità di progressione può essere molto variabile da paziente a paziente e anche in fasi inaspettatamente precoci della malattia il paziente glaucomatoso può andare incontro ad un decadimento della funzione visiva tale da alterare la sua qualità di vita. 

I suoi sintomi

Inizialmente, l'aumento della pressione non viene avvertito dal paziente con alcun sintomo. In seguito quando il nervo ottico inizia a danneggiarsi si iniziano a perdere le porzioni laterali del campo visivo. E' quindi la visione laterale, superiore e inferiore, non quella centrale, a essere la prima a danneggiarsi; per questo il deficit può non essere rapidamente percepito dal paziente, che inizia ad urtare contro gli oggetti e ad avere difficoltà alla guida, senza accorgersi che sta perdendo porzioni laterali di campo visivo. Tuttavia la progressione dei sintomi non è lineare e quando la malattia si aggrava si arriva a perdere anche la visione centrale in modo rapidamente. In questa fase terminale le possibilità terapeutiche sono ridotte ed è per questo che i controlli oculistici periodici preventivi sono molto importanti. 

Diagnosi

Si deve prevedere inizialmente : 

  • un esame refrattivo per la prescrizione di lenti,
  • un esame del segmento anteriore dell'occhio e del fundus oculi,
  • una pachimetria per misurare lo spessore della cornea,
  • una tonometria per misurare la pressione intraoculare,
  • una gonioscopia per distinguere tra i vati tipi di glaucoma.

In seguito potrebbero essere prescritti ulteriori esami :

  • studio del campo visivo per valutare la sensibilità della retina,
  • tomografia ottica a luce coerente (OCT) delle fibre nervose peripapillari o del segmento anteriore e della bozza filtrante per verificare lo spessore delle fibre nervose intorno al nervo ottico,
  • perimetria computerizzata FDT (frequency doubling technology) per valutare eventuali alterazioni o deficit del campo visivo,
  • test della sensibilità al contrasto e test dei colori,
  • fluorangiografia per verificare la presenza di aree ischemiche periferiche in caso diglaucoma neovascolare,
  • iridografia in caso di glaucoma uveitico e neovascolare,
  • ecografia A-B scan in caso non vi sia possibilità di instillare colliri che dilatano le pupille o in caso di cataratta che renda difficoltosa la esplorazione del fondo oculare.

 Accanto alla valutazione del nervo ottico e del campo visivo, che rappresenta il cardine della diagnosi del glaucoma, esistono numerosi altri esami finalizzati ad inquadrare la tipologia di glaucoma (primario, secondario, ad angolo aperto o stretto, ecc., ecc.). Tra questi esami ricordiamo la gonioscopia il cui obiettivo è quello di valutare l’anatomia dell’angolo irido-corneale sede delle vie di drenaggio dei liquidi intraoculari (umore acqueo). 

 

Monitoraggio 

Il monitoraggio della malattia viene effettuato mediante visite oculistiche periodiche che includono l’esame diretto dell’aspetto del nervo ottico, la misurazione della pressione oculare(tonometria), l’esecuzione di esami computerizzati per lo studio del nervo ottico e delle fibre nervose che lo costituiscono (HRT, GDx, OCT) e l’esame del campo visivo. E’ opportuno sottolineare che la metodica di riferimento per la misurazione della pressione oculare è la tonometria ad applanazione di Goldmann (mediante luce blu). Altre forme di tonometria (es. tonometria a soffio) non hanno la stessa accuratezza e pertanto non possono essere considerate sostitutive della tonometria ad applanazione. La frequenza delle visite e degli altri esami può variare notevolmente a seconda delle necessità individuali. Si consiglia l’esecuzione di almeno 6 campi visivi computerizzati nei primi 2 anni dalla diagnosiper inquadrare la velocità con cui la malattia tende a progredire nel sigolo paziente, informazione utile a fini prognostici e terapeutici.

Esame computerizzato del nervo ottico

Trattamenti e terapie

Lo scopo della terapia del glaucoma in termini generali è di preservare la funzione visiva del paziente e la relativa qualità di vita ad un costo sostenibile. Preservare la funzione visiva da un punto di vista terapeutico vuol dire agire in modo da rallentare il naturale decorso della malattia ad un livello tale da minimizzare l’impatto della progressione del danno funzionale sulla qualità di vita del singolo paziente. I risultati dei recenti trials clinici randomizzati e controllati effettuati su larga scala nel glaucoma (Canadian Glaucoma Study, Early Manifest Glaucoma Trial, Advanced Glaucoma Intervention Study, Collaborative Initial Glaucoma Treatment Study, Collaborative Normal Tension Glaucoma Treatment Study) hanno permesso di confermare l’efficacia della terapia ipotonizzante oculare, sia essa medica, laser o chirurgica, nel ridurre il rischio di progressione del glaucoma. E’ chiaro a questo punto che la scelta dell’approccio terapeutico deve tener conto delle necessità individuali di ridurre il rischio e rallentare la velocità di progressione e l’aggressività del trattamento (da una efficace monoterapia a terapie d’associazione efficienti, alla terapia medica massimale fino alla scelta chirirgica) dovrà tenere conto di queste necessità. La terapia medica si avvale di numerosi principi attivi che usati da soli o in associazione tra di loro permettono di ridurre la pressione oculare o riducendo la produzione di umore acqueo all’interno dell’occhio (beta-bloccanti, alfa-agonisti, inibitori dell’anidrasi carbonica) o favorendone il deflusso (analoghi prostaglandinici, pilocarpina). I laser vengono impiegati in caso di angoloirido-cornale (angolo di drenaggio) stretto per favorire il deflusso dell’umore acqueo (trabeculoplastica laser)  o in caso di angolo di drenaggio stretto per favorirne l’apertura (iridoplastica periferica, iridotomia). Per quanto riguarda gli interventi chirurgici essi, come tutte le altre terapie per il glaucoma, hanno lo scopo di ridurre la pressione oculare creando delle vie di deflusso alternative ai liquidi intraoculari. L’intervento più diffuso è la Trabeculectomia accanto al quale sono presenti altre tecniche (es. sclerectomia profonda, viscocanaostomia, canaloplastica, ecc., ecc.)o gnuna delle quali trova applicazioni in determinati gruppi di pazienti. Nei casi refrattari alla terapia chirurgica convenzionale trovano applicazione gli impianti drenanti (tipo Baerveldt, Ahmed, Molteno, ecc.) che prevedono la creazione di una via di drenaggio artificiale dei liquidi intraoculari).