ILLUSTRAZIONE TRATTAMENTO

31.05.2016 20:06

Vitrectomia mininvasiva

In cosa consiste
 

La vitrectomia è una chirurgia del segmento posteriore del bulbo oculare (cavità vitreale) checonsiste nella asportazione del gel vitreale. In origine la tecnica comportava la il taglio e apertura della congiuntiva e l'apertura della sclera, per entrare nella cavità vitreale, poi congiuntiva e sclera venivano suturati con punti riassorbibili. Grazie allo sviluppo tecnologico degli strumenti di calibro ridotto, la vitrectomia mininvasiva mantiene le stesse capacità e consente la creazione d'incisioni autosigillanti di 0,5 millimetri, che non necessitano suture

 Viene impiegata per : 

  • Distacco della retina, semplice o complicato da proliferazioni.
  • Retinopatia diabetica con o senza distacco di retina.
  • Membrana epirretinica o Pucker maculare.
  • Foro maculare completo o pseudoforo.
  • Opacità vitreale legata al sanguinamento o problemi infiammatori.
  • Uveite.
  • Come strumento per diagnosticare malattie rare del segmento posteriore.

Come funziona e tecniche

La vitrectomia è efficace in tutte quelle situazioni in cui il vitreo non é più trasparente come nelle emorragie o nelle infezioni, oppure quando si è reso responsabile del formarsi di una patologia a carico della retina come il distacco, la retinopatia diabetica, il foro maculare e il pucker. La vitrectomia a 27g è indicata per la gran parte degli interventi, anche se non proprio per tutti. Tra le indicazioni principali per la vitrectomia 27g c’è la membrana epiretinica (pucker maculare) o maculopatia a cellophane, come viene spesso chiamato. Un altro caso piuttosto frequente in cui si pratica è il distacco della retina. Si ricorre alla vitrectomia anche in caso di traumi oculari penetranti con o senza ritenzione di corpo estraneo, o nel caso di complicazioni di altre chirurgie oculari come nel nucleo lussato in camera vitrea a seguito di un intervento di cataratta con rottura capsulare. La vitrectomia avviene praticando dei forellini all’interno dell’occhio attraverso i quali sono inserite delle microsonde che permettono di eseguire l’intervento chirurgico sul corpo vitreo e sulla retinaIl diametro di queste microsonde determina la invasività dell’intervento: è chiaro che tanto più piccolo è il diametro tanto migliore saranno i risultati dell’intervento chirurgico e la ripresa nel postoperatorio. Con un diametro di 0,4 mm si aprono delle “miniporte” nell’occhio per l’operazione, che, per le dimensioni così ridotte sono auto-chiudenti (non bisogna dare dei punti di sutura), non determinano la fuoriuscita di liquido nel postoperatorio e non causano complicanze. L’intervento si esegue in tempi brevissimi (15-20 minuti) e il recupero funzionale avviene subito, in 24 ore, senza dolore e in casi selezionati addirittura senza anestesia

Dopo l'intervento, i pazienti sono visitati il giorno dopo, dopo una settimana, dopo un mese, fino al terzo mese, in modo che il percorso di cura sia strettamente seguito dall'oculista, autore dell'intervento.