ILLUSTRAZIONE DIAGNOSTICA

31.05.2016 12:06

Ecografia oculare  

In cosa consiste

L’ecografia oculare è una metodica diagnostica che utilizza gli ultrasuoni per la visualizzazione delle strutture dell’occhio e dell’orbita. L’ecografia bulbare è di massima utilità quando non è possibile un’esplorazione diretta delle strutture interne dell’occhio, ad esempio a causa di opacità corneali, di una cataratta avanzata o di un emovitreo. Le condizioni cliniche maggiormente studiate con questa tecnica di imaging sono rappresentate da: distacco di retina o lacerazioni retiniche, distacco di coroide, emorragie vitreali o endoftalmiti, retinopatia diabetica proliferante di grado avanzato in presenza di membrane trattive, tumori solidi endobulbari (melanomi della coroide, emangiomi, metastasi). Risulta di estrema importanza inoltre nel follow-up post-chirurgico di molte delle condizioni appena elencate. L’ecografia orbitaria permette invece di studiare la ghiandola lacrimale, imuscoli oculomotori, il nervo ottico e le altre strutture retro bulbari potendo rappresentare, in casi selezionati e in mani esperte, una valida alternativa alla TAC ed alla RMN

Strumenti impiegati

Alcune sonde ecografiche utilizzate in oculistica (da sinistra verso destra): - Sonda a 10 MHz per ecografia B-scan del bulbo, - Sonda a 10 MHz per ecografia A-scan del bulbo oculare e per ecobiometria, - Sonda a 65 MHz per pachimetria corneale. L'esame utilizza il principio fisico dell'eco cioè della riflessione delle onde acustiche, per costruire delle immagini ("grafia"). Quando un'onda acustica viene proiettata contro una superficie di diversa densità, viene in parte riflessa, e torna alla sonda con un ritardo che dipende dalla distanza impiegata a raggiungere la superficie ed a ritornare. Conoscendo il tempo impiegato a percorrere tale distanza, e la velocità di propagazione dell'onda, è possibile calcolare e rappresentare con precisione tali distanze. L'onda acustica non è percepibile dall'orecchio umano, perché la sua frequenza è maggiore del massimo che riesce a percepire l'orecchio umano, e per questo le onde vengono chiamate "ultrasuoni". Le onde vengono prodotte con delle sonde che contengono dei cristalli piezo-elettrici, cioè dei materiali che sottoposti a correnti elettriche, sono in grado di modificare la loro forma. Gli stessi cristalli piezoelettrici sono in grado anche di svolgere l'operazione inversa, cioè di trasformare le deformazioni prodotte dagli eco ultrasonici, in correnti elettriche che poi vengono misurate dall'apparecchiatura. Le sonde ecografiche funzionano pertanto sia come generatori, sia come rilevatori di segnale. Purtroppo, maggiore è la frequenza utilizzata, minore è la profondità nei tessuti a cui si può spingere l'esame. I sonar utilizzati in campo nautico utilizzano onde sonore (a bassa frequenza, udibili) che permettono di misurare la profondità dei fondali anche a distanze elevate. Nell'occhio si utilizzano onde ultrasoniche, che non si possono sentire, perchè consentono di ottenere immagini molto più dettagliate, e perchè la "profondità" dell'occhio è molto inferiore a quella del mare. In un'ecografia A-scan le informazioni ecografiche vengono normalmente rappresentate in un grafico cartesiano che rappresenta sull'asse delle ascisse i tempi impiegati dagli ultrasuoni a raggiungere e a tornare dalle varie strutture oculari riflettenti, mentre sull'asse delle ordinate viene rappresentata l'intensità dei segnali riflessi.  

Quando serve

L'ecografia è molto utile soprattutto in presenza di opacità della cornea, del cristallino e del corpo vitreo.  Viene eseguita nei distacchi di retina, per la ricerca di corpi estranei e per lo studio di nuove formazioni benigne o maligne. L'ecografia è l'esame fondamentale per lo studio della patologia orbitaria che, insieme alla tomografia computerizzata (TC) e alla risonanza magnetica (RM), sono le uniche che permettono di visualizzare il contenuto orbitario.